Enrico ed il suo cuore.
- Teresa Placa
- 1 feb 2017
- Tempo di lettura: 3 min
La sveglia di Enrico come ogni mattina suono' alle 7:00 in punto . E da lì iniziavano i suoi riti , doccia veloce, caffè e via per sue missioni quotidiane . Non lavorava , ma aveva deciso da tempo che non sarebbe stato fermo ad aspettare, ma avrebbe dato un senso ad ogni istante della sua vita. Da quando i suoi lo avevano lasciato dopo un brutto incidente, aveva del tutto cambiato filosofia di vita , aveva rivoluzionato ogni cosa, trasferendosi in un altra città,dove non aveva un passato,ma solo un presente . Prese la sua giacca ed uscì . Per prima cosa,andò a far la spesa aveva già una lista . "Latte, uova , pasta, polident, Traversine da letto , infuso di finocchio, semolino , vellutata di verdure " Dopo aver preso tutto andò dalla signora Angelica . Era la sua vicina e da quando si era trasferito , essendo una donna sola e molto anziana, le aveva promesso che sarebbe stato lui a fare per lei delle commissioni, tutte le volte che ne avrebbe avuto bisogno. E senza alcun compenso. Anche se,a volte la signora Angelica gli regalava un vecchio libro, che magari aveva in casa,perché sapeva che ad Enrico piaceva leggere. Poi era l'orario di Martina . Era la figlia del panettiere . Una volta, parlando,venne fuori che non avrebbe saputo come fare,tra lavoro, casa, ed andare a lasciare Martina a scuola e a prenderla dopo. Così si era prestato, ed ogni mattina la accompagnava e poi la andava a prendere. Il Panettiere grato, si sdebitava dandogli del pane o dei biscotti . Ma dopo aver lasciato Martina era il turno di Igor . Il cane di una donna, finita sulla sedia a rotelle da due anni . Enrico Portava Igor a passeggio o a fargli il Bagno ,e infine lo riportava a casa soddisfatto, dalla sua padrona che si era ormai affezionata a Enrico ed ogni volta per ringraziarlo gli offriva una fetta di torta fatta in casa e un caffè . Insomma, Enrico passava tutto il giorno a darsi da fare per gli altri, fino alle 20:00,tornando a casa mangiava qualcosa e si addormentava ringraziando Dio per quel che aveva . Un giorno però, Enrico non si sentì molto bene, aveva la febbre alta e gli mancava la forza persino per alzarsi dal letto. La sua preoccupazione, erano tutte le Persone che contavano su di lui . Come avrebbero fatto ? Cercava di alzarsi, ma girava tutto e la nausea era fortissima. Voleva almeno avvisare, ma non aveva telefono, e neppure energia per fare un passo , così sconfitto, rimase a letto,sperando che avrebbero capito , che qualcuno si sarebbe preoccupato per lui, e lo sarebbe andato a trovare . Erano già le 16 e nessuno si era fatto vivo . Lui stava sotto le coperte,tremando e sudando per via della febbre . Arrivò sera ma nulla. Era solo. Penso' ,che probabilmente erano tutti preoccupati , ma troppo impegnati a compensare la sua assenza . L'indomani mattina,Enrico,sembrava un altra persona! Si alzò dal letto, stranamente pieno di energia, mangio' un pezzo di pane con del latte,fece una doccia e alla velocità della luce si recò dalla signora Angelica . Lei aprì la porta ed invece di preoccuparsi, lo rimproverò. Non gli interesso' neanche della sua spiegazione , del fatto che fosse stato male,ma Enrico che era buono di cuore, la giustifico'pensando che ad una certa età ,si diventa un po' bambini. Poi fu la volta del panettiere . Non appena lo vide, acido gli disse che per colpa sua, aveva dovuto chiudere il negozio per qualche ora. Lui spiego' ... Ma nulla , nessuna parola di conforto o dispiacere per il povero ragazzo, che ad ogni incontro ebbe una delusione . Infine, andò da Igor e non appena Busso' ,subito la porta si aprì . " Che sollievo Vederti ! Stavo così in pensiero! Ma cosa ti è accaduto ieri ?" Enrico ,quasi si commosso per quella dolce preoccupazione nei suoi riguardi, racconto' tutto ad Adelaide. Racconto' del panettiere, della signora Angelica e di tutto . Adelaide gli prese le mani e gli disse: " Hai ragione a restarci male, ma tu distinguiti sempre dagli altri, potrai dare mille ogni giorno della tua vita , ma poi,la gente ti dà per scontato, e ti ricorda o ti rinfaccia quella volta che Non sei riuscito a dare quel che dai sempre " Enrico fece tesoro di quelle parole e continuò ogni giorno a essere quel che era, a esserci per gli atri, perché lui aveva il cuore buono e sapeva che c'era comunque qualcuno che lo apprezzava . Sapeva sopratutto, che da lassù i suoi genitori e Dio ,vedevano dentro al suo dolce cuore apprezzandolo . Teresa Placa 32 di 365. 2017


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